DIAGNOSI PRECOCE: Anche i bambini possono ammalarsi di Diabete.
PROGETTO PER UNA DIAGNOSI PRECOCE DEL DIABETE IN ETA’ PEDIATRICA
Desideriamo che quante più persone possibile abbiano in mente i sintomi precoci del diabete, affinchè non solo il pediatra di libera scelta, ma gli stessi genitori e operatori scolastici ad ogni livello, possano riconoscere facilmente il diabete fin dai primi sintomi.
Ancora oggi il DMT1 è riconosciuto tardivamente in una elevata percentuale di casi con rilevanti rischi per il paziente e costi per il Servizio Sanitario. Al contrario, una diagnosi precoce di DMT1 riduce il rischio della più temibile delle complicanze della malattia, la chetoacidosi diabetica, e del rischio elevato di mortalità e morbilità ad essa associate. La diagnosi precoce garantisce anche un follow-up della malattia più agevole.
Il ritardo diagnostico è imputabile principalmente al tardivo ricorso alla consultazione medica da parte dei genitori che possono sottostimare i primi segni della malattia (scarsa informazione) e/ o al percorso diagnostico non ottimale proposto dal medico curante.
Anche la condizione di pre-diabete (intolleranza al glucosio) e di DMT2 viene spesso non diagnosticata nei bambini-adolescenti obesi esponendoli al rischio, in assenza di terapia appropriata, di sviluppare diabete manifesto e complicanze croniche ad esso correlate in età precoce.
Uno studio inglese relativo all’anno 2005 mette in evidenza che su 116 bimbi diabetici deceduti nell’arco dell’anno, il 72% di loro è morta per le complicanze strette del diabete.
L’83% è morto durante il trattamento della chetoacidosi diabetica, e di questi, il 70% dei decessi è stato per edema cerebrale.
Spesso dal momento della segnalazione dei primi sintomi riferiti dal genitore al pediatra al momento in cui viene fatta la diagnosi di diabete, passa troppo tempo con elevato rischio di danni anche irreversibili. Risulta per contro ampiamente dimostrato che prima si iniziano le cure, più facile è prevenire le complicanze acute della malattia, in particolare la chetoacidosi diabetica, e migliore può essere il decorso clinico.
Obiettivo del PROGETTO è attuare una campagna informativa a più livelli: medici pediatri di libera scelta, medici pediatri di comunità, educatori di asili nido, insegnanti di scuole dell’infanzia e di scuola primaria ma anche a famiglie e in particolare ai genitori, evitando un approccio che crei troppa ansia nelle famiglie ma che comunichi in modo chiaro e sintetico quelli che sono i sintomi di un esordio di diabete:
- Aumento della sete, minzioni più frequenti, enuresi, sono sintomi apparentemente facili da riconoscere: ad essi serve dare il giusto peso per accorciare i tempi della diagnosi e prevenire la comparsa dei corpi chetonici urinari (significativi di chetoacidosi!)
Prioritario e’ raggiungere quante più persone possibile per diffondere informazioni e conoscenza sulla patologia diabetica troppo spesso non riconosciuta in tempo.
La diagnosi tardiva può avere conseguenze gravissime nonostante la disponibilità di conoscenze e tecnologie per diffondere le informazioni ed avere una diagnosi precoce.
La diagnosi, di per sè, risulta di facile esecuzione con un semplice test praticabile nell’ambulatorio del proprio medico curante con conferma da parte dello specialista.
Per prevenire la chetoacidosi è fondamentale intervenire il prima possibile: meglio la sera prima che la mattina dopo.
I genitori sostano nelle sale d’aspetto dei pediatri, negli ambulatori per le vaccinazioni, nelle sedi CUP, e leggono ripetutamente tutto ciò che sta sulle pareti. Ci si attende pertanto che molte persone leggano il messaggio che anche un bambino può avere il diabete e che il bere e urinare più del solito sono sintomi da indagare.
Per le scuole è stato previsto un segnalibro o cartolina destinato agli insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, agli educatori dei nidi.
Il materiale, prodotto in accordo con la Regione ER che ne ha curato i contenuti e la grafica è stampato e fornito dalla Federazione Diabete Emilia Romagna e consegnato attraverso l’ASL di appartenenza, ma è scaricabile anche ai seguenti link:
Il Progetto che ha visto la collaborazione della Regione Emilia-Romagna allo sviluppo della campagna informativa promossa da Fe.D.ER per la prevenzione della chetoacidosi diabetica è replicabile.
La procedura per l’eventuale riutilizzo da parte di altre regioni o enti di ciascuno dei 6 materiali prodotti (cartolina, segnalibro, poster e tre versioni del pieghevole – italiano, inglese, francese) è la seguente:
1. la richiesta deve essere formalizzato mediante scambio di lettera fra gli enti, da indirizzare all’attenzione del responsabile del Servizio Comunicazione, Educazione alla Sostenibilità e Strumenti di Partecipazione Dott. Paolo Tamburini, via dei Mille 21 40121 BO, o tramite mail utilizzando i seguenti indirizzi:
servcomunicazione@regione.emilia-romagna.it e per conoscenza sanstampa@regione.emilia-romagna.it; sdimario@regione.emilia-romagna.it; centrostamparegionale@regione.emilia-romagna.it
2. Verrà fornito un pdf aperto in cui la regione/ente richiedente potrà apporre i propri loghi
3. Su ognuno dei materiali utilizzati bisognerà apporre il seguente disclaimer: “Campagna promossa da Fe.D.ER in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, progetto grafico Monica Chili”
Il Progetto è stato presentato al Workshop "L'applicazione del Piano sul diabete in Emilia-Romagna" che si è svolto a Bologna, 26 ottobre 2015 (clicca qui per vedere la presentazione)